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Tornare dal Giappone

Posted in Compagni di Viaggio, con A., con Crea, con Gatta, con Satiro, con Troll, Intercontinental, Japan with tags , on gennaio 14, 2009 by Lex

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Tornare dal Giappone

La sera dell’ultimo giorno il Crea ci porta in un’izakaya famosa per la bellezza delle sue cameriere in minigonna, un po’ una versione nipponica di Kerry’s Wing House.
Probabilmente becchiamo la serata casual, perchè le cameriere sono in jeans. Il cibo però non è malvagio e la birra ha un prezzo abbordabile, per cui la cosa non ci peggiora l’umore.
Passiamo a serata discutendo piacevolmente di argomenti balordi. Il Satiro ed H. rifiutano di prestarsi alle fantasie becere del Crea e (per una serie di correlazioni complesse) questo impedisce al Volgare di eseguire un body slam sul tavolo accanto.
Usciamo per strada con l’idea di andare ad un peep show giapponese. Il Satiro mi cammina accanto con un’aria scura e meditabonda.
«Che ti frulla in testa? Non sei contento?»
«Varie cose» dice lui «e poi ormai la serata è finita. Tutti i segni indicano che non c’è nessun peep show in questo viaggio.»
Lo guardo un po’ con perplessità.
Il Satiro però è un satiro ed i satiri sanno leggere i segni: la serata finisce davanti ad una saracinesca chiusa.

Il giorno del ritorno un potente tifone sembra doversi abbattere su Tokyo ed Alitalia (la compagnia con cui viaggiamo) viene data per fallita.
I miei compagni di viaggio (assidui lettori di questo blog) sono ben coscenti della sindrome di Odisseo, di conseguenza ci avviamo verso il ritorno come eroi dei film d’azione che stanno per affrontare lo scontro finale: con occhi da tigre, musica epica nella mente… ed al rallenty.

Curiosamente il viaggio di ritorno avviene senza problemi: coincidenze perfette al limite del credibile e bagagli spediti con precisione.

È notte fonda alla stazione Autolinee di Cosenza. Abbiamo abbandonato il Volgare a Roma ed aveva negli occhi l’inconfondibile germe del desiderio di nuove avventure,  il Satiro è sparito nella notte con un compagno di bagordi, riporta in patria un umore migliorato ed un sacco di belle foto, il Troll ha deciso che non poteva lasciarmi da solo ed ha bloccato i suoi familiari nel freddo della notte per farmi compagnia, lui riporta in dietro una visione più chiara ed un sacco di bei ricordi.

La gatta arriva tempo dopo, è in ritardo ed è così bella che non posso non pensare che la cosa più importante che mi ha dato questo viaggio è stato trovare lei al ritorno

Perché odio Roppongi

Posted in Compagni di Viaggio, con A., con Crea, con Satiro, con Troll, Intercontinental, Japan with tags , on gennaio 8, 2009 by Lex

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Perché odio Roppongi

La serata incomincia quando dovrebbe finire: in un’izakaya; (居酒屋) dove abbiamo appena finito di mangiare. Conosciamo un giovane spagnolo appena arrivato in Giappone che poco ci mette a mostrarci i cornini e le zampe da capra.

Due satiri al tavolo possono essere deleteri: quando molti dei nostri amici già hanno chiaro nella mente il richiamo di un sonno rigenerante, un Satiro dice:
«…Oppure potremmo andare a Roppongi e continuare a bere»
E l’altro risponde:
«Mi sembre l’unica scelta logica»
É così mi trovo a sorseggiare una guinness, solo al tavolo, nel quartiere peggiore di Tokyo. Il Satiro (il nostro) balla con due paffute jamaicane, il Volgare passeggia per il locale con il suo drink in mano, lo svedese E. é impegnato a prendersi una sbronza colossale ed il satiro (l’altro) cerca di attirare l’attenzione di una giovane prostituta asiatica.

I locali di Roppongi (六本木) sono posti pessimi, all’esterno dei neri colossali cercano di tirarti dentro imponendosi fisicamente, dentro prostitute di varia etnia (ma prevalentemente asiatiche) cercano di agganciare gli stranieri più ricchi.
Sui marciapiedi di questo posto, poche ore prima io ed il Volgare veniamo fermati  da una minuscola giapponese che sembra una studentessa uscita da un manga. Curiosamente parla un’inglese comprensibile e ci invita a bere nel suo locale.
«Dipende» le dico «l’ingresso é gratis?»
e lei «no, ma ci sono donne nude giapponesi e lap dance»
«Grazie, ma non è il tipo di locale che stiamo cercando»
Ce ne stiamo già andando, quando sentiamo la sua vocina squittire:
«Perché? Siete gay?»
Ci giriamo all’unisono e la guardiamo abbastanza male, visto che lei conclude con:
«Ok, ok… Stavo scherzando» e scompare rapida tra finte tenebre segnate da insegne al neon.
Poco oltre un ragazzone nero ferma il Volgare e cerca di coinvolgerlo facendo il tipo:
«Che musica ti piace?»
«Heavy Metal!!»
«Ah.»

Così finiamo in questo pub più o meno tranquillo. La mia pinta é a metà quando il Satiro mi raggiunge al tavolo, sudato per i balli latino-americani, beve un sorso di birra al volo e prova ad invitare in pista la ragazza più femminile di una coppia di lesbiche, infine torna dalle sue jamaicane tracagnotte.

Poi la mia pinta è del tutto vuota e decido che è ora di recuperare tutti i miei compagni. Il Volgare è irrequieto perché la musica lo ha infastidito, il Satiro (il nostro) lo recuperiamo facilmente che è stanco e soddisfatto il satiro (nuovo) vuole perdersi ancora in questo mondo torbido.
Troviamo lo svedese seduto tra le due jamaicane: è  completamente sbronzo ed intenzionato a continuare. Cerchiamo di convincerlo per un po’, ma lui è quello che vive qui, l’unico di noi a parlare il giapponese percui quando ci dice:
«It’s safe here… It’s Tokyo»
ci lasciamo convincere ed usciamo a cercare un taxi.

Quando il giorno dopo lo ritroviamo é in condizioni pietose, sporco e pieno di abrasioni. La sua carta di credito è stata clonata ed usata in un paio di noti locali della Yakuza (やくざ).

Questo è il motivo per cui odio Roppongi.

Il Mercato del Pesce

Posted in Compagni di Viaggio, con A., con Crea, con Satiro, con Troll, Intercontinental, Japan with tags , on dicembre 11, 2008 by Lex

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Il Mercato del Pesce

La sveglia impostata sul cellulare suona alle 03:30 che siamo già in taxi. Questo perché verso le tre del mattino lo stesso cellulare ha prodotto strani, misteriosi rumori che abbiamo scambiato per la sveglia.  Scopro che il Satiro é, tra i miei compagni di viaggio, l’unico effettivamente in grado di rinunciare ad una notte di sonno nel bel mezzo di un viaggio massacrante per vedere qualcosa di realmente speciale.

Facciamo colazione in un franchising aspettando le 04:00 ora della prima asta, e siamo in mezzo a tonnellate di pesce fresco.

Gli odori sono fortissimi, ma per nulla sgradevoli: quello del pesce sopra tutti gli altri ed in tutte le possibili varianti, poi l’odore del ghiaccio tritato che si scioglie lentamente, infine quello degli umani che lavorano; il tutto mescolato a tratti (brevi tratti a dire la verità) con l’odore di spezie e verdure.

Camminiamo per ore in questo posto che, se da un lato da la sensazione di vivere l’aspetto più primitivo dell’alimentazione, dall’altro esprime qualcosa di alieno e distante. Mi colpiscono gli enormi tonni trasportati su carretti di legno da minuscoli giapponesi, il lavoro spietato di coltelli su creature che ancora si dibattono, i cubi fumanti di carne di balena esposti senza difesa sul ghiaccio ed un’aragosta così viva da avere ancora voglia di combattere: distante anni luce dalle creature ormai prive di speranza che ho visto nelle vasche dei ristoranti americani.

Ci caliamo anima e corpo in questo posto che dispiega in se il legame profondo che c’è tra uccidere e nutrirsi, poi compriamo del tonno crudo che mangiamo con le mani: ha il sapore del paradiso.

Crazy Train

Posted in Compagni di Viaggio, con A., con Crea, con Satiro, con Troll, Intercontinental, Japan with tags , on dicembre 9, 2008 by Lex

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Crazy Train

Le stanzine del karaoke sono a loro modo claustrofobiche. Il nostro gruppo é così eterogeneo che il sistema ha in coda roba che va dal pop giapponese all’heavy metal passando per Shakira. Vedo quelli di noi che parlano in giapponese usare di tanto in tanto una specie di citofono accanto alla porta. Sospetto sia per questo che continuano ad arrivare birra e sigarette.
Mi distraggo un attimo e sono solo, col sistema che spara a palla una canzone che non mi piace. Esco.
Trovo H. ed il Troll in corridoio che prendono in giro una ragazza inglese formosetta. Il Satiro sbuca da uno stanzino e cerca di convincermi a cantare con lui la sigla di Gundam (in giapponese) per un gruppo di tanaka terrorizzati.

Domani la testa mi farà così male che desidererò la morte.

Trovo tutti gli altri nello stanzino in fondo, insieme ad una coppietta di nippi imbarazzati. Conosco la canzone così entro nella stanza ed urlo insieme a loro:
“Im going off the rails on a crazy train!”


La Comparsa

Posted in Compagni di Viaggio, con A., con Crea, con Satiro, con Troll, Intercontinental, Japan with tags , , on novembre 27, 2008 by Lex

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La Comparsa

Nei giorni di Tokyo che ci restano ci abbiamo messo tante cose.
Prima di tutto un’altra puntata al karaoke con sbornia e molestie ai giapponesi annesse.

Quindi un giro ad ad Akihabara (秋葉原) electric city, tra le meraviglie della tecnologia, li scopro con tristezza che lo zaurus store é chiuso per sempre e che tutti gli eeePc esposti sono XP version. Un notevole passo indietro per il popolo che primo aveva provato a lanciare linux per un pda pensato per le masse. Mi limito a constatare la cosa ed accetto definitivamente la morte del mio sl-c3200 compagno di tanti viaggi ed avventure, acquistato anni fa proprio ad Akihabara tramite il Crea e caduto disastrosamente a terra poco prima della partenza per il Giappone.
La lezione é che é tempo di guardare avanti ed iniziare a considerare un sostituto, ad esempio il nokia n810.

Poi siamo ad Odaiba (お台場) aqua city, isola artificiale costruita sul PET. Guardiamo un film in uno dei loro meravigliosi enormi cinema. Lo scoglio linguistico si supera grazie all’abitudine dei giapponesi di vedere i film in lingua originale (inglese).
Mi incuriosisce un omino in giacca e cravatta che dopo la pubblicità esce da una botola e passa due minuti buoni chiedendoci scusa nel modo più umile possibile per un ritardo di dieci minuti sull’orario di proiezione.

Più ci avviciniamo alla fine del viaggio, più mi rendo conto di stare vivendo una frenetica storia senza trama, nella quale non sono ne protagonista ne comprimario, ma una semplice ignara comparsa. Intorno a me, intanto, nel caos di colori e di suoni si consumano migliaia di storie.