Biscotti e Cervi Sacri

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Biscotti e Cervi Sacri

Un treno bianco corre tra panorami verdi. Scivola veloce adattandosi ai cambi di pressione con rapidi spostamenti trasversali dei finestrini. Ti capita così di vedere la tua immagine riflessa schifarti o balzarti incontro a seconda dei cambi di velocità.
Si tratta dello shinkansen (新幹線), oggettivamente, un capolavoro della tecnica del popolo del sol levante.

Il Satiro dorme vicino a me e continua a farlo mentre una graziosa ferroviera giapponese mi chiede il biglietto. Lei si sporge un po’ verso di lui poi, vedendolo con gli occhi chiusi, decide che è meglio non disturbarlo e se ne va.

Passiamo i giorni successivi dormendo in una ryokan (旅館), con tatami (畳) e futon, e porte scorrevoli. Facciamo il bagno in un piccolo onsen (温泉) e visitiamo il budda gigante del tempio di Nara (奈良市).
Il tempio è una costruzione colossale in un parco dagli alberi contorti tra i quali si muovono placidamente piccoli cervi sacri dalle corna sporche di fango.

Una ragazza cinese ci regala dei biscotti da dare a questi animali dagli occhi neri e lucidi. Scherzo un po’ con un cervo maschio, facendogli faticare il biscotto per due minuti buoni. Lui regge il gioco finchè non lo nutro poi allonotana la testa e cerca di incornarmi.
La reazione è quasi involontaria: afferro uno dei suoi corni con una mano e preparo una corocchia con l’altra.
È il Troll a fermarmi: «Lex» dice bloccandomi la mano «è sacro!»

Gli rispondo con un ghigno imbarazzato. In fondo lui fino a pochi minuti prima lo voleva mangaiare allo spiedo il cervo… sacro.

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